http://www.cavallo2000.it/detail/gli_strani_equilibri_del_sistema_cavallo-id_12479.htm
Gentili signore ed egregi signori,
dopo tante lettere aperte
indirizzate ad autorità politiche, tecniche, nonché ai rappresentanti
delle categorie del settore ippico equestre e delle organizzazioni
agricole, per difendere il cavallo anglo arabo ed in generale
l’allevamento italiano, dobbiamo prendere atto di non essere riusciti a
rompere quegli “strani equilibri” che da circa quindici anni stanno
minando il nostro allevamento e da più di un lustro stanno determinando
lo sfacelo del “sistema cavallo” nel nostro paese.
In Sardegna si
era iniziato a sentire il peso deprimente della decadenza circa otto
anni fa e la politica regionale (Giunta Soru) non aveva saputo
interpretare correttamente la situazione, determinando l’inizio di un
disastro, nonostante l’impegno di quanti (politici, commissari
liquidatori d’Istituti ed Enti, rappresentanti istituzionali e di
categoria) si prodigavano nella dimostrazione che le scelte intraprese
erano quantomeno pericolose. In un secondo tempo, un assessore tecnico
della Giunta Cappellacci ha contribuito a completare l’opera. Con queste
considerazioni non cerchiamo colpevoli, non siamo interessati a questo,
ma continuiamo a disapprovare le azioni di superficialità nell’analisi
di situazioni complesse ed i personalismi, che acuiscono i problemi a
discapito di tutti e contribuiscono alle degenerazioni.
Per
l’esperienza Sarda, dapprima che la stessa giungesse ai noti estremi
negativi, abbiamo cercato con scritti, atti e proposte di chiedere
attenzione, di sollecitare tavoli tecnici, di coinvolgere quanti avevano
ed ancora hanno reale interesse ad invertire la tendenza negativa che
ci ha portato alla situazione attuale, con tantissimi lavoratori ed
intere famiglie sull’orlo del baratro della miseria.
OGGI, grazie all’impegno di tante persone con buoni propositi,
possiamo affermare che si è fatta chiarezza ed i tempi sono maturi per
l’auspicato cambiamento. E’ necessario, però, sovvertire il “modus
operandi”, non ascoltando “le sirene” o per meglio dire quelli che,
bravi a salire sul carro dei vincitori e/o a cavalcare il malcontento,
propongono soluzioni inverosimili. L’A.N.A.C.A.A.D. ha proposto da tempo
l’istituzione di una “cabina di regia”, dove, con i Ministeri
interessati, si dovrebbero affrontare concretamente tutti i problemi del
settore. Altrimenti, in assenza di un fronte unitario che pare
utopistico nei fatti, anche il prossimo anno passerà senza implementare
un condivisibile progetto di rinascita per il “sistema cavallo italiano”
e davvero potrebbe essere tardi.
Ci vogliamo chiedere perché in
Germania un cavallo da sella è stato pagato all’asta € 2.310.000 (fonte
Cavallo Magazine), perché in Francia i migliori tre allevatori del
galoppo hanno vinto rispettivamente € 834.241/521.561/344.001 ed i
migliori due allevatori in ostacoli rispettivamente €155.565/141.087
(fonte Cavallo 2000), perché in Italia si sta cercando di affossare
proprio l’ippicoltura? Vogliamo continuare a farci del male da soli?
Signori
delle istituzioni e signori pro-unione, pro-lega o pro-quello che
preferite, speriamo sinceramente anche pro cavallo italiano, meditate e
se ci riuscite fate meditare anche quelli che in questi anni si sono
impegnati a ben rappresentare i propri interessi personali o di bottega,
anziché l’interesse generale o almeno gli interessi di tutti coloro che
avrebbero dovuto meglio rappresentare (per esempio allevatore e
proprietario e cioè i primi investitori del sistema, etc.).
CERTAMENTE
molti allevatori e proprietari seri, quelli che ancora resistono
nonostante tutto, non si faranno turlupinare oltre in quanto, per dirla
con una locuzione napoletana, “a cà nisciun’è fess”.
L’A.N.A.C.A.A.D.
continuerà a difendere la razza Anglo Araba, il suo allevamento e
quindi gli allevatori che hanno diritto, anche per il futuro, ad
allevarla. Siamo certi del suo valore, non solo nelle corse e nel
concorso completo d’equitazione, ma anche nelle altre discipline
equestri e del tempo libero, e, pertanto, abbiamo chiesto al MiPAAF la
gestione del Libro Genealogico. Vogliamo una selezione seria e chiediamo
di uscire dall’ambiguità del Libro genealogico del cavallo da sella
italiano, siamo stanchi d’incroci di sostituzione che stanno
depauperando il nostro parco fattrici col pericolo di far scomparire il
“nostro” Anglo Arabo. Noi continueremo a lavorare a fianco di quanti
s’impegnano per la rinascita del sistema ippico equestre italiano, ma
non affideremo deleghe in bianco, poiché siamo certi delle difficoltà,
per chiunque, a rappresentare bene tutti e tutto. Con un ringraziamento
particolare a quanti, in questi anni difficili, ci hanno aiutato nella
nostra missione, auguriamo un sereno e proficuo 2013, foriero di quei
cambiamenti necessari a permetterci d’essere “Tutti in sella”.
MARIO COSSU
presidente dell’Associazione Nazionale Cavallo Anglo
Arabo e Derivati
(ANACAAD)