http://www.cavallo2000.it/detail/dagli_allevatori_sardi_lettera_aperta_a_zaia-id_2403.htm
MARIO COSSU presidente dell’ANACAAD (Ass. Naz. Allevatori cavallo Anglo-Arabo e Dearivati) ha inviato la seguente lettera aperta al ministro dell’agricoltura Luca Zaia:
“Dopo tanti anni difficili ed alla fine dell’annata più pesante per il
cavallo italiano e quindi per la maggior parte delle persone che grazie a
questo meraviglioso essere vivente lavorano e traggono sostentamento, è
doveroso ringraziare quanti hanno compreso il periodo particolarmente
critico e si sono impegnati per trovare soluzioni. Dal marzo 2007 con la
lettera dell’allora Ministro De Castro alle categorie dell’ippica il
Governo italiano ha ripreso ad interessarsi del settore, con l’umiltà di
capire e, quindi, agire. Quella lettera aperta è stata da noi molto
apprezzata in quanto dava la possibilità a tutti di poter intervenire in
senso costruttivo, dando l’opportunità, a chi ci governa e deve
decidere gli interventi sui vari comparti produttivi, di comprendere e
valutare al meglio le diverse situazioni. L’azione del precedente
Governo ha portato in ultimo alla nomina del Consiglio d’Amministrazione
dell’U.N.I.R.E., ponendo termine ad un periodo lunghissimo di gestione
straordinaria dell’Ente nazionale. All’inizio del Suo mandato, Signor
Ministro, seguendo un metodo che riteniamo opportuno e utilizzabile con
facilità da tutti quelli che non hanno nulla da nascondere e qualcosa di
serio da comunicare, Le abbiamo inviato una lettera aperta, come già al
Suo illustre predecessore, presentandoci e fornendole alcune
indicazioni che ritenevamo importanti, utili e che, ancor oggi,
riteniamo fondamentali.
Purtroppo uno dei problemi italiani è quello dei personaggi abituati a
salire sul carro dei vincitori, disconoscendo quello che di buono hanno
iniziato o fatto altri e attribuendosi meriti che non hanno e nemmeno
possono dimostrare. Quindi, anche per i Politici attenti e preparati, è
difficile capire subito la reale situazione e riuscire a riconoscere in
breve tempo i veri punti di forza o di debolezza di un sistema complesso
come quello ippico sportivo. Noi non abbiamo ricette miracolose, come
siamo certi nessun altro, ma siamo sicuri che sia possibile cambiare in
meglio e che una celere analisi retrospettiva ci aiuterebbe nella scelta
delle strade da seguire per riportare in auge l’allevamento italiano.
Crediamo che tutti possano concordare sul fatto che “la certezza del
Montepremi” sia la condizione senza la quale non può esservi
trasformazione positiva per trotto, galoppo e cavallo sportivo da sella.
La nostra paura è che non sia attribuita la giusta considerazione al
cavallo anglo arabo e soprattutto ai suoi derivati, che oggi sono parte
fondamentale per numeri e qualità del Libro III (Sella italiano) e dove
rischiano di subire discriminazione razziale. Il nostro è un appello a
quanti hanno a cuore il bene del vero allevamento italiano e Lei, signor
Ministro, che ha dimostrato un impegno esemplare nel difendere le
produzioni italiane, può essere determinante anche nel fatto
particolare. Fatto serio è l’inattività della Commissione Tecnica
Centrale dei Libri Genealogici, proprio nel momento in cui, dopo aver
risolto i problemi legati ad una procedura d’infrazione, non è stata più
convocata lasciando noi allevatori nel limbo.
L’A.N.A.C.A.A.D., poiché l’ultima C.T.C. è a termine mandato, ha
provveduto da tempo all’indicazione del suo rappresentante e ne ha
comunicato il nome all’U.N.I.R.E. che, di fatto, nomina e convoca la
stessa Commissione. Speriamo, quindi, che tengano conto di quanto
richiesto dalle norme anche il Ministero delle politiche agricole
alimentari e forestali, il Ministero del lavoro della salute e delle
politiche sociali, gli Assessorati per l’agricoltura preposti, i quali,
per esempio, devono nominare tre funzionari tecnici esperti in
ippicoltura. Da quanto esposto e, soprattutto, da un’attenta lettura e
valutazione del Disciplinare dei Libri Genealogici si può capire quanto
sia fondamentale la C.T.C. per il miglioramento delle razze e, quindi,
quanto sia importante la composizione della stessa con persone altamente
qualificate.
Infatti, se gli strumenti deputati al miglioramento dei cavalli delle
razze Orientale, Anglo Arabo e Sella italiano non saranno fatti
funzionare al meglio, non potrà esservi quel cambiamento favorevole che
tutti auspichiamo, continuando a farci del male con le nostre mani e
abbandonando sempre più un vero allevamento italiano a favore di altri.
Dopo le parole favorevoli ascoltate a Verona, durante “Fieracavalli
2008”, nei riguardi degli allevatori, dell’allevamento, della filiera
ippica e, quindi, sul lavoro di tantissime persone, ci aspettiamo che
gli impegni promessi divengano realtà e che la corretta faziosità
politica concorra a creare condizioni favorevoli per tutto il comparto,
con ripercussioni positive per tanti settori, mestieri e lo stesso
erario pubblico.
Noi confidiamo nell’impegno, nella collaborazione, in quel senso di
responsabilità che ognuno di noi deve avere, quando si deve rendere
conto ad altri delle proprie azioni nella ricerca delle migliori
soluzioni ai problemi.”