Cavallo da sella, ennesimo appello degli allevatori al Ministro Catania

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LETTERA APERTA di Mario Cossu, presidente dell’ANACAAD, al ministro dell’agricoltura Mario Catania: “Il nostro reale interesse a cooperare, per migliorare il rapporto tra soggetti pubblici e privati, con la trasparente finalità di chiedere efficaci politiche per il cavallo italiano da corsa e da sella, ci ha imposto un periodo di riflessione, di attesa, di attenzione alle proposte politiche, delle categorie, di gruppi diversamente costituiti. Abbiamo ascoltato e lette cose interessanti, seguito proteste ed azioni legali legittime, ma anche ambiguità. Quello che in moltissimi speravamo non è comunque avvenuto ed è trascorso un altro anno, il peggiore in assoluto, senza neppure un disegno chiaro per il futuro dell’ippica italiana e, prima di tutto, dell’allevamento italiano.
Come allevatori di un cavallo italiano, l’anglo arabo, nell’ultima nostra del 19 agosto c.a. non volevamo attribuire colpe ad alcuno, ma solo capire se vi fossero:
1. La volontà, da parte del Governo, di affrontare il problema dell’ippica senza sotterfugi.
2. Il proponimento delle categorie di cercare risoluzioni attuabili e condivisibili, in una seria concertazione con i Ministeri e gli enti territoriali interessati.
3. La capacità di proporre, con trasparenza e spirito costruttivo, qualcosa di diverso che, dal 01 gennaio 2013, consenta di rimpiazzare lo sconforto degli operatori della filiera ippica, con una rinnovata speranza.
4. La voglia essenziale di fare programmi per il futuro.
Purtroppo, nonostante tanto dire e tanto scrivere, tali argomenti sono sempre attuali e questo significa che il metodo finora utilizzato ha delle carenze, salvo che non vogliate sorprenderci con un magnifico regalo per il Santo Natale e cioè: un vero progetto di rinascita per il sistema ippico ed equestre italiano, iniziando dall’allevamento nazionale. L’ippica non morirà, per ovvi motivi, ma, se non ci saranno provvedimenti seri e celeri, rischia di morire l’allevamento italiano, già in terapia intensiva, e con esso una filiera che, seppure misconosciuta, contribuisce alla creazione di un considerevole mercato del lavoro, sia a livello locale sia nazionale. Le ripercussioni negative della situazione attuale sul lavoro e, quindi, sull’economia sono sotto gli occhi di tutti e Lei, signor Ministro, non deve e non può sottrarsi all’impegno istituzionale.
Abbia coraggio e non deluda le legittime attese dei tanti che, con coerenza e serietà, chiedono da anni condizioni per poter lavorare in un sistema equo.  
E’ veramente il momento di dire basta ai personalismi che hanno contribuito fortemente ad incancrenire la situazione e fomentare la sfiducia verso attività produttive importanti e le stesse istituzioni. Ognuno di noi ha il dovere di collaborare riferendosi al proprio ruolo, ma con la consapevolezza di essere una parte del sistema, senza voler prevaricare le altre.
Noi, per tutto ciò ed altro ancora, continuiamo a chiedere alla S.V. di farsi parte attiva e propositiva nell’istituzione e funzionamento di una “Cabina di Regia”, nella quale si possono fare in tempi brevissimi valutazioni complessive, evidentemente indispensabile per riorganizzare il sistema dell’ippicoltura italiana. 
In questo modo si potrà costruire un avvenire di lavoro, nel pieno rispetto della legalità e, quindi, di tutte le parti in causa”.


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